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L’écrin d’oubli. Aspetti della denegazione nella cultura francese del XIX secolo

Collana: Francesistica

€9.30

L’esperienza del negativo inaugurata da Chateaubriand si prolunga nell’arco dell’intero XIX secolo mediante una sensibilità che si concretizza a livello linguistico in una serie di stilemi atti a tradurre l’assenza, il lutto, il nulla conferendo loro un valore sintattico e semantico positivo.
Il saggio intende esplorare le modalità enunciative della denegazione mettendo in risalto la novità e la portata simbolica di un’operazione letteraria in aperta antitesi con la tradizione poetica e che mira a proteggere la verginità della pagina bianca, il silenzio dell’ombra, l’oblio generato dall’assenza.
Nei vari universi espressivi presi in esame, da Nerval e Gautier a Baudelaire, da Hugo a Mallarmé, da Banville a Verlaine e Rimbaud sino a Huysmans, la denegazione emerge come la strategia linguistica privilegiata per evocare realtà abolite eppure presenti e per trasferire nell’esperienza artistica il nulla e l’ineffabile.

Chiara Mocchi insegna lingua francese all’Università di Bergamo. Si occupa di poesia, soprattutto in area simbolista e decadente, e in particolare di Baudelaire e Mallarmé.


Titolo: L’écrin d’oubli. Aspetti della denegazione nella cultura francese del XIX secolo


Autore: Chiara Mocchi


Anno: 2000


ISBN: 978-88-87445-08-4


Pagine: 128


Collana: Francesistica


DESCRIZIONE

L’esperienza del negativo inaugurata da Chateaubriand si prolunga nell’arco dell’intero XIX secolo mediante una sensibilità che si concretizza a livello linguistico in una serie di stilemi atti a tradurre l’assenza, il lutto, il nulla conferendo loro un valore sintattico e semantico positivo.
Il saggio intende esplorare le modalità enunciative della denegazione mettendo in risalto la novità e la portata simbolica di un’operazione letteraria in aperta antitesi con la tradizione poetica e che mira a proteggere la verginità della pagina bianca, il silenzio dell’ombra, l’oblio generato dall’assenza.
Nei vari universi espressivi presi in esame, da Nerval e Gautier a Baudelaire, da Hugo a Mallarmé, da Banville a Verlaine e Rimbaud sino a Huysmans, la denegazione emerge come la strategia linguistica privilegiata per evocare realtà abolite eppure presenti e per trasferire nell’esperienza artistica il nulla e l’ineffabile.

Chiara Mocchi insegna lingua francese all’Università di Bergamo. Si occupa di poesia, soprattutto in area simbolista e decadente, e in particolare di Baudelaire e Mallarmé.

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