La "Maskottchen" (Istria addio) • Ricordi di un bambino nato nel posto sbagliato al momento sbagliato
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I ricordi di un bambino nato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Le esperienze di chi, troppo giovane, visse sulla sua pelle il dramma di una regione che subì l’annessione nazista, il turbine della guerra, le tragedie delle Foibe e il dolore dell’Esodo di una popolazione scacciata dalle proprie case e dalla propria terra. Una drammatica testimonianza diretta di un mondo sereno, che svanì improvvisamente.
Titolo: La "Maskottchen" (Istria addio) • Ricordi di un bambino nato nel posto sbagliato al momento sbagliato
Autore: Cesare Borella
Anno: 2025
ISBN: 978-88-6642-429-1
Pagine: 108
DESCRIZIONE
dalla prefazione di Maria Elena Depetroni,
Presidente ANVGD, Comitato di Bergamo
Lo Stato, con la legge n. 92 del 30.3.2004, ha istituito il “Giorno del Ricordo” fissandone la celebrazione il 10 febbraio invitando le Istituzioni civili e scolastiche a sensibilizzare e “conservare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo e delle più complesse vicende del confine orientale italiano”.
Dunque, far conoscere tali vicende ai giovani delle scuole di ogni ordine e grado è un dovere morale e storico.
Così come è un atto di rispetto e di omaggio raccogliere le memorie degli esuli che meritano di essere conosciute per ricordare, a chi le leggerà, un’atroce pagina di storia ignorata e taciuta per troppo tempo e tante dolorose vicende che, apparentemente hanno “solo” modificato i confini della nostra nazione, ma che invece hanno cambiato radicalmente la vita delle persone che si sono trovate coinvolte, come drammaticamente testimonia la storia di Cesare Borella.
Purtroppo, molti dei nostri genitori e dei nostri cari ci hanno lasciato. Valore ancora maggiore, dunque, assumono memorie come queste che, con nitida lucidità, pur essendo trascorso tanto tempo, ci aiutano a ricostruire delle pagine che, come dice Simone Cristicchi nello spettacolo Magazzino 18, sono state “strappate dal libro della storia”.
È tempo di guardare al passato con occhi nuovi e di pensare al futuro con spirito costruttivo per seminare speranza.
Lo dobbiamo ai nostri figli, ai nostri nipoti e alle generazioni nuove perché ne facciano tesoro e per testimoniare con forza che i valori della democrazia e della libertà sono valori di tutti e per tutti.
Ognuno di noi, nel suo piccolo e senza la pretesa di cambiare il mondo, può e deve operare con passione, intelligenza e rettitudine per costruire un futuro migliore perché i nostri figli e i nostri nipoti non debbano mai più sperimentare gli orrori di cui facciamo memoria.
Grazie a Cesare per aver trovato la forza, per quanto dolorosa, di ricordare persone, fatti e luoghi che non erano affatto “sbagliati”, anzi quasi edenici nella mente di chi vi ha vissuto, ma che la violenza dell’uomo e della Storia hanno reso talmente ostili da preferire fuggire per sempre, ben sapendo di non potervi fare più ritorno.