Film Time. Le dimensioni temporali della visione
Collana: Cinema e teatro
€ 14.00
Dal punto di vista della visione del film, la questione del tempo apre un vasto ambito di riflessione e di analisi, e si pone come aspetto costitutivo che investe la tecnica cinematografica, la forma narrativa, la partecipazione e il coinvolgimento del pubblico. La visione si svolge nel tempo, la durata del film è stabilita, ma le dimensioni temporali che si aprono alla percezione sono molteplici: la tecnica cinematografica permette di catturare il tempo, di renderlo replicabile e reversibile, di condensarne o espanderne la durata; nel film il tempo delle immagini fa da tramite tra il tempo delle azioni filmate e il tempo della fruizione dando origine a un tempo composito, fatto di durate reali e di durate immaginarie. L’impressione soggettiva di durata e il senso di un tempo denso o rarefatto sono dimensioni che il film suggerisce o rappresenta. Dalla percezione del movimento alla capacità di riconoscere una successione, da quella di comprendere un nesso causale fino alla capacità previsionale e alla comprensione di aspetti impliciti a una serie di segni temporali: il film sollecita le nostre capacità mentali e dà per scontato il nostro coinvolgimento cognitivo. Il senso del tempo può costituire così una risorsa drammaturgica in film che lo rendono percepibile creando stati di attesa, di curiosità, di timore. Questa drammaturgia temporale viene studiata attraverso alcuni casi esemplari del cinema classico e del cinema contemporaneo. Il libro si propone così come invito a conoscere e ad approfondire una materia affascinante, che parte da un’idea, quella di tempo, nata per necessità pratiche ma evoluta fino a diventare uno dei tratti caratteristici del pensiero umano.
Titolo: Film Time. Le dimensioni temporali della visione
Autore: Stefano Ghislotti
Anno: 2012
ISBN: 978-88-6642-099-6
Pagine: 158
Collana: Cinema e teatro
DESCRIZIONE
Dal punto di vista della visione del film, la questione del tempo apre un vasto ambito di riflessione e di analisi, e si pone come aspetto costitutivo che investe la tecnica cinematografica, la forma narrativa, la partecipazione e il coinvolgimento del pubblico. La visione si svolge nel tempo, la durata del film è stabilita, ma le dimensioni temporali che si aprono alla percezione sono molteplici: la tecnica cinematografica permette di catturare il tempo, di renderlo replicabile e reversibile, di condensarne o espanderne la durata; nel film il tempo delle immagini fa da tramite tra il tempo delle azioni filmate e il tempo della fruizione dando origine a un tempo composito, fatto di durate reali e di durate immaginarie. L’impressione soggettiva di durata e il senso di un tempo denso o rarefatto sono dimensioni che il film suggerisce o rappresenta. Dalla percezione del movimento alla capacità di riconoscere una successione, da quella di comprendere un nesso causale fino alla capacità previsionale e alla comprensione di aspetti impliciti a una serie di segni temporali: il film sollecita le nostre capacità mentali e dà per scontato il nostro coinvolgimento cognitivo. Il senso del tempo può costituire così una risorsa drammaturgica in film che lo rendono percepibile creando stati di attesa, di curiosità, di timore. Questa drammaturgia temporale viene studiata attraverso alcuni casi esemplari del cinema classico e del cinema contemporaneo. Il libro si propone così come invito a conoscere e ad approfondire una materia affascinante, che parte da un’idea, quella di tempo, nata per necessità pratiche ma evoluta fino a diventare uno dei tratti caratteristici del pensiero umano.
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