ELEOS Il culto della compassione nella retorica imperiale

Collana: Series Antiqua

€ 24.00

Eleos è innanzitutto un sentimento, la cui percezione ha subìto un’evoluzione parallela a quella delle società che hanno riflettuto su di esso. È imparentato con la clementia latina e con la misericordia cristiana, ma non coincide perfettamente con esse, così come non si identifica precisamente con il moderno concetto di “compassione”, che pure è il termine più adatto a tradurlo in italiano. Come molti aspetti della società greca antica, pertanto, è lontanissimo dalla nostra mentalità e possibilità di comprensione, eppure allo stesso tempo estremamente attuale, poiché implica questioni come la solidarietà tra gli uomini nell’ingiusta sofferenza, l’accoglienza degli stranieri perseguitati, la definizione di civiltà e barbarie, tuttora (e sempre) di innegabile rilevanza.


Titolo: ELEOS Il culto della compassione nella retorica imperiale


Autore: Anna Però


Anno: 2017


ISBN: 978-88-6642-253-2


Pagine: 274


Collana: Series Antiqua


DESCRIZIONE

Eleos è innanzitutto un sentimento, la cui percezione ha subìto un’evoluzione parallela a quella delle società che hanno riflettuto su di esso. È imparentato con la clementia latina e con la misericordia cristiana, ma non coincide perfettamente con esse, così come non si identifica precisamente con il moderno concetto di “compassione”, che pure è il termine più adatto a tradurlo in italiano. Come molti aspetti della società greca antica, pertanto, è lontanissimo dalla nostra mentalità e possibilità di comprensione, eppure allo stesso tempo estremamente attuale, poiché implica questioni come la solidarietà tra gli uomini nell’ingiusta sofferenza, l’accoglienza degli stranieri perseguitati, la definizione di civiltà e barbarie, tuttora (e sempre) di innegabile rilevanza.
Di tutte le applicazioni e declinazioni del tema di Eleos, ho scelto di considerare in questa indagine solo alcuni aspetti, che ritenevo significativi e meno studiati degli altri.
In particolare, data la mia formazione di storica delle religioni, ho voluto ricercare le tracce del culto che gli Ateniesi tributarono a questo sentimento, facendone una divinità con un suo altare. Benché le testimonianze sull’origine di tale culto siano poche e di controversa interpretazione, è chiaro che esso nasce nel contesto dell’esaltazione di Atene come città naturalmente filantropa operata dalla tragedia e dall’oratoria di V e IV secolo a.C. Tralasciando il filone della tragedia, già molto studiato, sono partita proprio da quest’epoca, quindi, per trovare innanzitutto una definizione del sentimento di eleos nella Retorica di Aristotele e per vederne poi l’utilizzo nella pratica delle orazioni contemporanee, scoprendo in quali casi e a quali categorie di persone si potesse applicare questo tipo di “compassione”, e in quale universo etico e sociale si collocasse all’interno della polis.
Al di là degli aspetti archeologici del culto di Eleos, già molto discussi da altri e allo stato attuale delle conoscenze non completamente ricostruibili, mi interessava capire quale fosse il suo significato religioso e per questo ho ritenuto opportuno tornare a leggere i retori di età imperiale, che citano spesso tale culto come un fenomeno tipicamente ateniese, antico e ancora rilevante.
Ho scelto tre autori (Apsines, Libanio e Sopatro) che operano tra il III e il V sec. d.C. principalmente nell’ambito delle scuole di retorica. Per questo motivo sono stati studiati anche di recente come fonti preziose per la conoscenza della prassi dell’insegnamento in epoca tardoantica, ma di questo aspetto io non mi sono occupata se non marginalmente, perché non era mia intenzione condurre un’indagine di tipo letterario-stilistico. Ho selezionato espressamente quei passi delle loro opere che menzionano il culto e l’altare di Eleos, trattandoli, al di là di ogni pregiudizio e giudizio di valore artistico, come preziose fonti per la ricostruzione di questo fenomeno religioso. Le riflessioni e le conclusioni che si possono trarre dai testi sono esposte nell’apparato di note, che forniscono anche i necessari riferimenti storici per comprendere il contesto in cui le opere sono state scritte e, parallelamente, le epoche del passato cui fanno riferimento.
L’unico brano che non appartiene al mondo della scuola è quello tratto dall’Orazione XV di Libanio, nota anche come “Ambasceria a Giuliano”. Ho scelto di inserirlo nell’antologia perché mi sembra molto rappresentativo della temperie religiosa del IV secolo, nella quale il culto di Eleos ha una sua importanza ideologica e simbolica.
Nella lettura e nel commento dei brani selezionati ho abbracciato con convinzione la tendenza degli studi più recenti, che rivaluta questi autori come fonti storiche, per la precisa conoscenza dell’Atene classica e per la capacità di applicare alla loro propria realtà fatti e concetti del passato, attualizzandoli.

Il sentimento e il culto di Eleos si prestano in particolare a questo processo di idealizzazione del passato da un lato e di riutilizzo di esso nel presente dall’altro, poiché ogni epoca, a suo modo e per i propri fini, ha bisogno della “compassione” e vede in essa un metro di giudizio del grado di umanità o disumanità di individui, popoli, sovrani.
Un risultato, in parte inatteso, della mia ricerca è stata la scoperta che in questi testi, spesso considerati privi di ogni attrattiva artistica si celano talvolta immagini ed espressioni di grande bellezza.

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