Diario di Ramadan

Collana: Valìs - Ogni bagaglio culturale vale

120,00 Euro

Dall’anno 2020, tristemente famoso per l’arrivo del Covid-19, Santalessandro.org, settimanale diocesano on-line, ha dedicato al mese di Ramadan una rubrica per raccontare questo “pilastro” della spiritualità islamica e capire meglio e più da vicino che cosa accade in questo periodo nelle comunità musulmane che vivono in terra bergamasca.

Questa proposta era nata in collaborazione con l’Ufficio diocesano per il dialogo interreligioso (UDI) di Bergamo: un’iniziativa culturale a sostegno della conoscenza reciproca e del dialogo, stimolata dal fatto che, per le restrizioni imposte dalla pandemia, la stessa comunità cristiana locale aveva vissuto la Quaresima, celebrato la Settimana Santa con la Resurrezione di Gesù e il successivo tempo liturgico di Pasqua senza poter frequentare i luoghi di culto e senza partecipare comunitariamente alle celebrazioni liturgiche.

Ci siamo allora chiesti cosa sarebbe successo ai musulmani durante il mese Sacro di Ramadan immaginando che l’iftar condiviso non sarebbe stata l’unica cosa che avrebbe subito modifiche dalle limitazioni dettate dal divieto di aggregazione e socialità.

Abbiamo cercato (e trovato) qualcuno che riuscisse a raccoglierle e a raccontarle, aprendo porte e finestre (letteralmente, quelle di casa propria!) sulle dimensioni feriali e festive di questo tempo sacro.

Dal diario annualmente affidato alla singola autrice, in questa pubblicazione abbiamo aggregato e riordinato i racconti seguendo lo sviluppo temporale del mese di Ramadan, ottenendo così una copertura quasi esaustiva dei 29 o 30 giorni del mese che consente di accompagnare chi legge nell’evolversi quotidiano del vissuto generato da questo tempo sacro.


Titolo: Diario di Ramadan


Autore: Sadia, Noha, Amina, Bouchra


Anno: 2025


ISBN: 978-88-6642-430-7


Pagine: 100


Collana: Valìs - Ogni bagaglio culturale vale


DESCRIZIONE

L’iniziativa editoriale Valìs è dedicata alla memoria di Zelda Amidoni, che, con i suoi studi e la sua sensibilità, si è impegnata a fondo nella conoscenza di molteplici culture e si è resa promotrice, con la sua costante opera nella provincia di Bergamo, di iniziative di relazione interculturali, fossero esse interventi in ambito scolastico o iniziative culturali territoriali, indelebili nella memoria di tutti coloro che le hanno vissute da vicino.
Zelda, che pure aveva viaggiato e vissuto in altri paesi, aveva solide radici nel territorio e profonda conoscenza dei propri riferimenti culturali, partendo dal dialetto parlato dai nonni. Sentiva, d’altra parte, anche l’urgenza di scoprire il quadro di riferimento dell’altro, prima di attivare i necessari processi di mediazione e negoziazione.
Per questo motivo dava molta importanza alla lingua madre; sosteneva che in essa risiede uno dei pilastri sui cui si fondano i tratti identitari di ciascuno di noi. Non a caso sosteneva che anche le persone con una grande padronanza della lingua italiana, quando si arrabbiano, generalmente lo fanno nel proprio dialetto o lingua di origine.
Abbiamo dunque accolto con estremo piacere lo stimolo, venuto dall’area cultura della cooperativa Ruah, di creare insieme una collana editoriale dedicata alla lingua madre, una collana che accolga opere “in e sulla lingua madre”, quale che sia, nella speranza che si sviluppi proprio come le attività iniziate da Zelda, che non si sono fermate dopo la sua scomparsa ma che, al contrario, si sono rinvigorite grazie a persone che hanno saputo cogliere la sua eredità di pensiero.