Criminalità e repressione nell'immaginario letterario francese

Collana: Francesistica

€15.00

La monografia propone alcuni spunti di riflessione sul rapporto tra criminalità e repressione nell’immaginario letterario francese. Dalla “Féerie” di Céline, all’ “Atlantide” di Genet, alla “Città dell’oblio” di Frégni, la letteratura si è da sempre interrogata sul rapporto osmotico che lega la prigione alla scrittura la quale ci restituisce lo spazio carcerario anche sottoforma di non-luogo metafisico, un altrove, uno spazio trasfigurato dell’immaginazione. Ma, mentre in alcuni scrittori torna ossessivamente l’immagine del Pannomion piranesiano, della reclusione fisica e mentale che annienta definitivamente l’uomo e che produce una non-scrittura, in altri trionfa una dimensione euforica e idealizzata del mondo carcerario, ricollegabile alla claustrofilia romantica. La letteratura francese contemporanea ci offre molteplici esempi di come l’immaginario della repressione possa essere declinato secondo le tre prospettive della legge, della pulsionalità e della scrittura. Nello stato di mutua attrazione che si instaura tra la cella e la letteratura, la prigione assurge così a simbolo eterotopico dell’umanità e delle sue contraddizioni.


Titolo: Criminalità e repressione nell'immaginario letterario francese


Autore: Nicola Agliardi


Anno: 2016


ISBN: 978-88-6642-233-4


Pagine: 170


Collana: Francesistica


DESCRIZIONE

La monografia propone alcuni spunti di riflessione sul rapporto tra criminalità e repressione nell’immaginario letterario francese. Dalla “Féerie” di Céline, all’ “Atlantide” di Genet, alla “Città dell’oblio” di Frégni, la letteratura si è da sempre interrogata sul rapporto osmotico che lega la prigione alla scrittura la quale ci restituisce lo spazio carcerario anche sottoforma di non-luogo metafisico, un altrove, uno spazio trasfigurato dell’immaginazione. Ma, mentre in alcuni scrittori torna ossessivamente l’immagine del Pannomion piranesiano, della reclusione fisica e mentale che annienta definitivamente l’uomo e che produce una non-scrittura, in altri trionfa una dimensione euforica e idealizzata del mondo carcerario, ricollegabile alla claustrofilia romantica. La letteratura francese contemporanea ci offre molteplici esempi di come l’immaginario della repressione possa essere declinato secondo le tre prospettive della legge, della pulsionalità e della scrittura. Nello stato di mutua attrazione che si instaura tra la cella e la letteratura, la prigione assurge così a simbolo eterotopico dell’umanità e delle sue contraddizioni.

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