La Bergamo di Enza Capocchiani risuona di voci e di echi di umana e di urbana appartenenza, che la sua pagina rischiara di dignità, senza pretendere di enunciare alcuna verità: anche la città, infatti, è provincia di un mondo complesso, che si vorrebbe migliore. Ma la parola poetica, che abita lo spazio dell’arte, della società, del territorio, non si sottrae alle contraddizioni di un tempo ingrato e,  insieme ai luoghi del cuore, difende anche le zone d’ombra.

Il mondo di Enza Capocchiani, poetessa-pittrice del Gruppo Fara Stabile di poesia di Bergamo, si è sempre contraddistinto per una sensibilissima capacità di lettura del contemporaneo.

Varie le tecniche pittorico-grafiche sperimentate dall’artista, tra acrilici, fotoincisioni, acquerelli su carte e fondi di particolare qualità, rivolte sia all’interpretazione naturalistica in osservazioni mai neutrali, sia all’attualità pressante della condizione femminile che oggi più che mai si pone all’attenzione di ognuno.

La pittura di Enza si rivolge preferiribilmente a indagare e valorizzare lo sguardo  femminile sulle comuni vicende di vita nella quotidianità che tutte noi coinvolge, alternando spesso informalità ed echi realistici. E questo sguardo libertario e anticonvenzionale è  leggibile pure nelle opere selezionate per questa pubblicazione, apparentemente più “naturalistiche”  e dedicate all’amore per la sua città di elezione.